Lunedì sera, durante l’evento “Spelaion 2015 – 40 anni di esplorazioni” si è svolto il match di calcio a 8 tra lo Spélaion Team e la Speleocalcio Meridionale.
Non ci sono scuse per la squadra degli speleo martinesi, infarcita tra l’altro da 3 amici stranieri del progetto “Sprar di Martina Franca”, che perde 2- 7 al Royal di Martina Franca. Una sconfitta che pesa e brucia per la società martinese e soprattutto per il presidente Marraffa che, con tutta la dirigenza, si è chiuso in un rigoroso silenzio stampa. I tifosi non hanno digerito questa sconfitta, tant’è che hanno chiesto un cambio di rotta agli speleo-calciatori “allenati(?)” dal duo Lorusso-Romano.
Giuseppe Di Cera: ne prede molti, più che un portiere sembra un porto mercantile. Si presenta in campo con la maglia del Milan, scrittore, sportivo, giornalista, sa fare tutto, ma gioca come una tredicenne “chiattona” costretta dal prof. nell’ora di educazione fisica a giocare a pallavolo. Mani di burro. ABBIATI PIETÀ. Voto 5
Gianpiero “GND” Lacarbonara: la sua partita è incolore , più quantità che qualità. Interpellato sulla fascia sinistra risponde come una casalinga a un operatore telefonico della telecom: grazie ma mio marito non è in casa.
Ottimo speleologo , ottimo arrampicatore, ma lo speleo rapper in campo perde l’orientamento che lo contraddistingue in grotta, gira a vuoto, ma fa il suo cercando di scavalcare il centro campo come farebbe con boulder. Sul finale si affaccia anche in attacco seguendo i consigli di Jovanotti affacciati alla finestra amore mio. Sanziona con un solo sguardo la sportività di Lorusso . Per il resto come al solito si guadagna la sufficienza. STATALE. voto 6
Claudio Pastore: dopo la prima galoppata in avanti comincia a respirare come una donna che sta per partorire, si contorce come un avventore che non trova il bagno.
Torna a casa dopo l’avventura bolognese, passando per gli Alburni, e parte, come al solito, pieno di “sé”, ma anche di “ma”, di “sarò” e di “perché”. Fa avanti e indietro come un treno della Sud Est Bari -Martina e ci impiega esattamente le stesse ore… dal finestrino di quel treno osserva la partita. Qualcuno lo ha visto addirittura assopirsi. Si sveglia quando il capo stazione Lorusso gli chiede il biglietto e lui si inventa le scuse più assurde. “L’ho dimenticato a casa”. “l’ho prestato a Michele”. “è colpa di Orlando”. “L’ho usato per fare un filtro”. SBALLONE. voto 5,5
Alessandro “Lallo” Marraffa: A Natale si è tutti più buoni, ma lui si presenta in campo incattivito, avrà visto Gianni calzoncini? Fa “su e giù” per tutto il campo, il Siffredi del pallone. Da buon messia viene messo in croce dalla difesa avversaria e viene sbeffeggiato dai compagni di squadra. Promette il paradiso a chi gli passa la palla, ma il terzo giorno è lontano, si sacrifica. Cristo se si sacrifica!. Si arrabbia, perché il suo discepolo Frank non ha colto il significato, ma solo le traiettorie delle sue parabole.
Prima della partita detta i suoi 10 comandamenti, cita a memoria le sacre scritture, con particolare riferimento alla B zona: tutti avanti e tutti dietro, con passaggio finale a smarcare il giudeo. I suoi compagni invece lo vorrebbero libero…BARABBA. Voto 7
Gianni Aquaro: entra in capo rilassato, pantaloncini e maglia della salute, qualcuno dagli spalti gli urla di coprirsi ma lui fa orecchie da mercante. Odia i consigli e le palle lunghe. Preferisce le palle a terra, come quelle dei giocatori in panchina. Entra a gara iniziata si stira dopo un secondo e mezzo. Grintoso, superlativo, resistente, lubrificato, extra sensibile, più che un giocatore sembra un preservativo. Marca stretto, troppo stretto, fa diversi appoggi alla centro avanti della squadra avversaria. Sul finire del primo tempo la stessa chiede alla panchina un pinzetta. Spina nel fianco.
Si propone anche in avanti e cerca dei triangoli con i suoi compagni di squadra. Emblematico, a tal proposito, sul finire della partita quando cerca un triangolo disperato con Lallo, ma quest’ultimo gli risponde dicendo “Il triangolo no, non l’avevo considerato”. Ma il carrozzone va avanti da se. Dopo la prestazione di lunedì nessuno ha più dubbi sulla sua omosessualità. RENATONE. Voto 6,5
Francesco Lorusso: Prestazione all’olio di ricino. Scende in campo confuso, colpa della sua duplice veste allenatore/ giocatore e degli schemi a quadrato di binomio che sono nella sua testa. Il matematico della difesa fa i suoi calcoli “se più per meno fa meno” lui arrotonda per difetto e fa “meno meno”. Gioca di rimessa, vorrebbe più palle chiedendo dei triangoli più fluidi. Nella sua testa applica il teorema di Pitagora. Se la matematica è una opinione lui se ne fotte. Duro e dotto allo stesso tempo, si arrabbia con se stesso per non avere dita a sufficienza per fare i calcoli. Radice quadrata di se stesso. Disequazione di secondo grado in appello. Ci vorrebbe un abaco più che un amico. Vari episodi gli vengono contestati e sanzionati dall’arbitro. Da segnalare tra primo e secondo tempo dalla panchina del Gsm viene consegnato un dizionario onomatopeico Lorusso – Italiano per far comunicare meglio il giocatore ostunese con il resto della squadra avversaria. TRECCANI. Voto 3,5 ma si guadagna mezzo punto in più dopo aver visto Gianni in pantaloncini. Totale 4,0
Domenico Fumarola: una partita molto positiva per il difensore della bassa Murgia “Io Lunedì scendo in campo” e si candida alla guida della difesa. Guida sicuro la sua squadra distribuendo palloni ai suoi compagni. Durante uno dei tanti contrasti con i giocatori avversari pare che abbia pronunciato Caro figliolo, tornando a casa, troverai un bambino: dai una carezza al tuo bambino e digli: “Questa è la carezza di Domenico!” . pare che l’attaccante della ScM sia corso ad accarezzare Giampaolo Pinto. Domenico accarezza, la Polizia non risponde.
Severo ma giusto fa il buono, il brutto e il cattivo tempo, non segna ma chiede al mister di tornare in campo per regalare alla squadra martinese un barlume di speranza: lo chiamavano trinità. Sgambetta per tutto il campo sembra Terence Hill in bicicletta. DON MATTEO. Voto 6,5
Vito Salamina: non una grande partita per lui complice anche un appuntamento a metà primo tempo per sorseggiare del te con i suoi peluche. Da buon Difensore si fa in 4 per salvare il risultato ma si dimentica che si gioca in 8. Gli attaccanti lo saltano spesso, arriva in ritardo su molti palloni si giustifica dicendo ero a cena con i genitori della mia ragazza. Passa pochi palloni e quando lo fa sbaglia molto. “Dalla Vito dalla Vito” ma lui fa la verginella che canta Attenti al Lupo. Degno di nota un clamoroso tiro in piena area di rigore. Pare che vedendo questo tentativo di goal la Madonna di Medjugorje abbia pianto, ma stavolta di felicità: PAOLO BROSIO voto NC
Michele Pastore da Martina: fa l’arbitro, ma vorrebbe scendere in campo, si procura un fischietto (usato) e fa su e giù da bordo campo, fischia poco, perché dimentica gli occhiali nello spogliatoio. Redarguisce Lorusso più volte, ma da buon arbitro si fa in 4 per salvare la partita. Vedendo i suoi giocare in quel modo arrossisce come una bambina che canta: Il coccodrillo come fa?, allo Zecchino d’oro. I giocatori lo travolgono, lo calpestano ma lui si giustifica dicendo che i giocatori hanno la precedenza e che non si può passare con il rosso: vigile urbano, multa i calciatori cazziandoli. SUOCERA. Voto 6 ma con gli occhiali 6,5.