Dopo il campo primaverile sugli Alburni era in programma che il GSM partecipasse, anche se per qualche giorno, al campo organizzato dal GASP! alla Grotta Rotolo (ormai la grotta più profonda di Puglia con i suoi -313 metri). Di fatti era previsto partecipare alle uscite in grotta dal 2 al 5 di Maggio, purtroppo però ne è stata fatta solo una il 2, annullando le altre date per l’accadimento di fatti estremamente tristi.
Tuttavia l’uscita del 2 è stata quanto mai prolifica, rivelandosi una di quelle uscite che ti riserva delle sorprese che non ti aspetti quando stai per entrare in grotta.
2 Maggio: Io (Claudio) e Michele ci incontriamo con Luca del GASP! sulla Coreggia ad Alberobello. Lo stesso Luca ci mostra sul rilievo la risalita che ha in mente di fare, è un piccolo salto che interseca la galleria principale all’altezza de “La grotta è mia” il quale era stato ispezionato velocemente in precedenza in libera e che aveva una finestra ancora più alta da risalire in artificiale.
All’ alba delle 12:00 siamo in grotta e velocemente arriviamo sul posto.
Scavalcato in libera un saltino di circa 2 metri e mezzo siamo davanti ad una finestra che si riaffaccia sulla galleria principale, finestra creata in un diaframma di roccia sfondato dall’acqua, indicatore che da lì acqua ne è passata (e ne passa) in abbondanza, come del resto in tutta la grotta. Sopra di questa c’è l’altra finestra, quella che ci interessa, e che è da raggiungere a circa 6/7 metri in artificiale.
Luca inizia a risalire e in breve tempo raggiunge la finestra e si butta dentro, dà un’ occhiata veloce, ci arma un doppio e saliamo anche io e Michele. Percorso un piccolissimo tratto orizzontale dobbiamo risalire ancora un saltino di circa 5 metri. Stavolta vado io, inizio a risalire e in 4/5 passaggi sono alla finestra. Entro, doppio e faccio salire Michele e Luca. A quanto pare abbiamo davanti un ramo importante, iniziamo a percorrere un meandro tortuoso e stretto (come dice Luca: “questo è un meandro didattico!”; anche se non ha torto, capiamolo, era in preda all’estasi) e sembrerebbe anche di notevole lunghezza. Le concrezioni sono abbondanti e di un bianco cristallino che contrasta con il colore scuro della roccia quasi tagliente, e tra passaggi alti e bassi, con l’euforia di ognuno di noi che si può affettare con un coltello, arriviamo davanti ad un altro pozzetto da risalire. Alla base di questo c’è una marmitta, dico una marmitta in una grotta in Puglia!, bianchissima e con un diametro della bocca di più di un metro (a Martina direbbero: “una cosa che non me la credevo proprio”) e profonda più o meno 1 metro. A questo punto è Michele a risalire. Di 6 metri di pozzo 4 in libera poi due multimonti e via.. è dentro. Ricominciamo a percorrere il meandro, per qualche decina di metri, e a questo punto capiamo che non avevamo visto nulla fino a quel momento rispetto a quello che ci si apriva davanti. Stavolta è tutto bianco, le concrezioni sono tantissime, le cannule che pendono non si contano, una grande vaschetta straripa di calcite scalenoedrica. Proseguiamo ancora un po’ ed entriamo in una zona d’interstrato con la volta che inizia ad abbassarsi e il fango che inizia a predominare nell’ambiente, cattivo segno, ed infatti facciamo ancora qualche metro e la volta si chiude in strettoia con il fango. Io passo impanandomi di fango (tuta completamente irriconoscibile) e mi trovo davanti ad una biforcazione ad Y tra due condottine, che purtroppo sono evidentemente più piccole del passaggio che avevo appena affrontato già con difficoltà. Comunque non si percepisce lì sotto circolazione d’aria importante, a differenza delle zone antecedenti il passaggio basso dove una flebile quantità d’aria si nota.
A questo punto avremmo percorso circa un centinaio di metri o forse più o forse meno, difficile da dire senza rilievo, e risalito circa, in scala 1:a occhio, una cinquantina di metri.
Dalla quantità di acqua trovata lungo il percorso in pozze (al di là dello stillicidio che è abbondante), nella marmitta e dal fatto che Luca abbia scelto quella risalita per via di una cascatella che si forma nei periodi piovosi all’inizio della risalita si potrebbe ipotizzare che il meandro è ancora attivo nei periodi di pioggia e porta quantità di acqua non indifferenti.
Questo meandro dimostra ancora una volta le potenzialità della Grotta Rotolo, che continua a regalare emozioni ai ragazzi del GASP! e a tutti coloro che la visitano (la frase che più ho sentito dire, e che ho detto, è stata: “ma quanto c…o di acqua è passata da qui?”).